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In memoriam Guidonis Baccelli Romanarum rerum cultus gravissimi auctoris - 1929
AUTHOR
THEMES/GENRES
ALOYSIO PIETROBONO
Scholarum Piarum splendido lumini
collegae incomparabili
qui
cunctationes meas
sustinuit vicit
haec varia latinitatis exampla
grati animi ergo
devote dico
IN MEMORIAM GUIDONIS BACCELLI
ROMANARUM RERUM CULTUS
GRAVISSIMI AUCTORIS
ROMANARUM RERUM CULTUS
GRAVISSIMI AUCTORIS
A GUIDO BACCELLI
AUTORE VOLISSIMO PROMOTORE
DEL CULTO DELLA ROMANITÀ
AUTORE VOLISSIMO PROMOTORE
DEL CULTO DELLA ROMANITÀ
1
Artis o praestans medicae Magister,
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cuius aeternae trepidavit Urbis
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ardor in corde, en Tibi iam peractum
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nobile votum.
O Maestro illustre dell’arte medica, nel cui cuore palpitò un amore ardente per la città eterna, ecco ormai compiuto il tuo nobile voto.
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Acer optavit quae etenim tribunus
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alte et humanis studiis dicati
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impetus fervens Italûm novorum
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fasce peregit.
Quell’alto sogno che vagheggiarono il fiero tribuno di Roma e i sereni umanisti, il fervido slancio degli Italiani novelli ha avverato nell’era fascista.
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Ordines, mores redeunt simulque
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scaenici ludi; radiant ubique
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inclitae Urbis iam dominae ruinae
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luce micante.
Ordinamenti, costumanze antiche tornano in onore e insieme scenici spettacoli; brillano ovunque di luce radiosa le inclite rovine della città un dì regina.
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Rursus e votis Tibi nuncupatis
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« moribus priscis » ait ut Poëta,
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« Romuli stat res » iterumque Roma
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usque triumphat
Nuovamente, secondo i voti da Te formulati, ¬¬« sugli antichi costumi » come cantò il poeta Ennio, « si regge lo stato romano » e nuovamente Roma sempre trionfa.
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Orbis in coetu subito latinum
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perculit sane alloquium medentes,
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primus ut mentis radius sacratae
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Urbis amori.
Inaspettata certo nel congresso internazionale colpì i medici riuniti la tua allocuzione latina, quale primo baleno di una mente consacrata al culto di Roma.
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Quis neget vero meritam coronam
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lynceis quum plane oculis pararis
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saeculum nostrum reserans vetustos
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Urbis honores?
Chi potrebbe in verità negarti la meritata corona per aver precorso coi tuoi occhi di lince la generazione nostra, rimettendo in onore le antiche glorie di Roma?
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Ecquis enarret studia excitata
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ruris et curam, invalidûm levamen?
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At fori pluris facienda cura
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omne per aevum.
E chi potrebbe ridire appieno degli studi da Te risollevati, della cura dei campi e del sollievo degli infelici? Ma il risanamento del foro in ogni tempo dovrà essere maggiormente celebrato.
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Roma, quid talis mereat propago,
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maximum signum spatia exhibebunt
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prorsus ad vitam veterum sacrata
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restituendam.
O Roma, di che tu sia debitrice a sì nobile figlio, lo mostrerà specialmente quella suggestiva passeggiata archeologica, che sembra consacrata a far rivivere le memorie antiche.
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Hic apud molem stabilem, manentem
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usque thermarum, effigies Merentis
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stet velut vivens Italis imago
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Urbis amatae.
Ivi presso la massiccia mole ancora in piedi delle Terme sorga l’effigie del Benemerito, quale simbolo vivente di romanità per gli Italiani.
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Excavandi ardori ubivis renato
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prospera in menses Italis sequatur
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sors et una ossa in tumulo superbe
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Nostri agitentur.
All’ardore di scavi ovunque rinato arrida sempre agli Italiani propizia la sorte e le ossa del Grande nostro ne fremano di orgoglio nel tumulo.
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Rideant caelo patriae sereno
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signa cum vasis, tabulae venustae,
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litterarum, artis monumenta clara
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orbe favente.
Ridano al bel cielo d’Italia nuove statue, vasi, pitture, leggiadre, monumenti insigni delle lettere e delle arti in mezzo al plauso del mondo.
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Splendeat fauste Italiae renatae,
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corde quam semper cupide augurasti,
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Phoebus, Urbi ut iam sonuit secundum
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omen Horati.
Brilli di fausta luce il sole sull’Italia risorta, che sempre Tu col cuore ardentemente auspicasti, siccome propizio risuonò già per Roma l’augurio del poeta Orazio.