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Caesari carmen - 1932
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THEMES/GENRES
CAESARI CARMEN
CARME A CESARE
1
En! tibi, Caesar, genitricis, aere,
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ante delubrum Veneris, dicati,
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dive, majestas Geniusque, priscae
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stant simulacri.
O divo Cesare, la Maestà ed il Genio.
stanno nel bronzo del monumento,
a te dedicato, davanti al tempio di
Venere, prima Genitrice.
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Cernuus, frontem vereor severam,
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ecce, dictator, rigidumque vultum,
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ut velis supplex, animo, fateri,
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abdita, celso.
Ecco, o Dittatore, io venero, a capo
chino, la fronte severa e lo scarno volto,
supplicando perchè voglia palesare
le cose nascoste nel tuo alto spirito.
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Fervet o Majus: volitans amoris
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cantus exultat; redolet rosisque
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hortus jam florens. Ubi terra celat
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vetita Pluto
Il Maggio ferve ed il canto d’amore
vola esultante; olezza il giardino, già
fiorente di rose. La terra vietata,
ove Plutone nasconde
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spiritu magnos, refici, ruinis,
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scire, pollutum luteis tabernis,
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si Forum, promptis, nitidumque sivit,
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surgere visu,
i grandi spiriti, se (ti) ha permesso
di sapere che il Foro, contaminato da
fangose casupole, è restaurato, scavate
le rovine e sorge nitido a vedersi,
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hoc reor: mutis voluisse campis,
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advenam, lictis, remeare notos
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Urbis ad clivos, tepidae per umbras
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noctis, opertum.
questo io penso: che tu abbia voluto,
lasciati i muti campi, ritornare, come uno
sconosciuto forestiero, ai noti colli
dell’Urbe, nelle ombre della tiepida notte.
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An; viam sacram, populis verendam,
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te peragrantem piguit, Deorum,
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strata brumali, modo, templa, limo
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cernere, passim?
Forse, pellegrinando per la via Sacra,
veneranda ai popoli, ti spiaccue di
vedere, quà e là, i Templi degli Dei
ora abbattuti, nel fango dell’intemperie?
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Ira te memor repulit, patrati,
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ad locum diri sceleris, cruentum?
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Pectus aut duxit, spoliis perustis,
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ara dicata?
O, la memore ira ti ha ricondotto al
luogo sanguinoso, ove il crudele
delitto fu consumato? O ti commosse
l’ara dedicata alle spoglie arse?
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Vel Fori nudos prope, te parati,
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fornices iuvit, patuli, morari
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et tibi plausus revocare festos
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omnipotenti?
Oppure, presso i nudi fornici dell’ampio
Foro da te ordinato, ti piaccue
indugiarti e rievocare i festevoli
applausi a te onnipotente?
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Potius, Lethe nec amissa cura
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cordis ad limen tulit, obsoletis
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te locis, lauros virides rosasque
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inter olentes?
Piuttosto, un travaglio del cuore, non
dimenticato neppure nel fiume Lete, ti
ha tratto ad una casa, in luoghi appartati,
tra i verdi lauri e le rose profumate?
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Ehu! rogi nondum rutili favillas
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aura delevit, dominaeque dulcis,
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perfidae verum magis, en, amicae
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jam tibi carae,
Aimè? ancora l’aria non disperse le
scintille del rogo rosseggiante e già, la
selvaggia libidine della dolce Signora, ma
più ancora infedele, già tua cara amante,
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alteri circum, repetita, datis
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brachiis collo niveis, libido
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saeva poscit basia. Sunt caduca
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omnia, Caesar.
le braccie nivee attorte al collo di un
altro, chiede baci ripetuti. Tutte le
cose sono caduche,
o Cesare.
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Arduas regum, validasque tempus
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diruit sedes, opibus potentes.
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Imperatorum, leve pondus, aura,
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pulveris, aufert.
Il tempo abbatte gli alti palazzi dei re,
poderosi e abbondanti di ricchezze.
L’aria trasporta il lieve peso della
polvere degli imperatori.
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At! “Virum mentis superant silentem
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alta, te credam, cogitata, lethum”,
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aeneis, fari, crepitante, verbis
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ore superbo.
Ma io credo che, sussurrando la bocca
superba, tu dica, con parole bronzee: “Le
grandi cose meditate dalla mente degli uo-
mini sopravvivono alla morte silenziosa”
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Caesaris perstant, equidem, per orbem,
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igneum nomen, meritisque clara
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gentium, totum, celebrata laude,
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acta, perenni.
In vero, il nome di fuoco di Cesare
e le (sue) gesta, chiare per meriti,
perdurano in tutto il mondo, celebrate
con perenne lode.
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Et Fori quod imperii, per aevum,
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pressit immanis, misere, ruina
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te datum vasti documen, severo
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rege sub uno,
E la tua dottrina di un vasto impero
sotto un solo severo reggitore, che,
per lungo tempo, la immane rovina
del tuo Foro tenne soffocata,
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rursus emersum viget e latebris.
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En vide, circum, äquilas, juventa
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ut tuas, Arcis, generosa, culmen,
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itala cernat.
nuovamente è in vigore. emersa
dall’oscurità. Vedi: come la generosa
giovinezza italiana scorge le tue aquile
intorno alla sommità dell’Arce.
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Namque si, fato, populum, coactae
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jussus, ad bellum, Patriae vocabit,
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concitus, Caesar, veniet rogatum,
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ore verenti,
Che se il comando della Patria, costretta
dal, destino, chiamerà il popolo alla
guerra, esso verra, o Cesare, qui radunato
a pregarti, con parola rispettosa,
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inclito1, mannum placeat frementem,
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ungula humana, dare, pervolanti
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ut Duci nostro. Referet triumphi
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iste coronam.
affinchè voglia dare il tuo piccolo cavallo
fremente dalla velocissima unghia
umana, al nostro inclito Duce. E questi
riporterà la corona del trionfo
JOANNES BOTTARIUS
GIOVANNI BOTTARO
Romae IX Kal Junias,
Anno Xo a fascibus receptis
Roma 24 Maggio 1932
Anno Xo E. F.
Critical Notes
-
1) inclito : originally incljto , corrected by FLT editors.