Italia renata - 1930

INTRODUCTION

The following text is taken from Giovanni Mazza, Poesie latine e italiane (Naples: Peerson, 1988), pp. 48-55.

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Giovanni Mazza


Poesie latine e italiane


a cura di Armando Maglione e Biagio Scognamiglio



Dick Peerson

ORIGINAL INTRODUCTION

Nell’ode Italia renata (sulla “rinascita d’Italia”) la strofe alcaica, cara all’Orazio delle odi romane, è usata per evidenti fini ideologici, dichiarati in modo del tutto esplicito nella contrapposizione fra la voce di Camillo, che dal Campidoglio invoca gli dei di preservare l’antico onore (“honos vetustus”), e la fazione avversa alla sacertà della patria a tal punto da esporre la nazione al mortale pericolo delle guerre civili. Giove ascolta l’eroe e concede un duce superiore allo stesso Camillo per il valore e per l’animo indomito a Catone. Segue l’esaltazione della politica interna ed estera del duce con la tecnica dell’amplificazione retorica, che trova però margini di privato riscatto in un sentimento sincero della presenza dell’immortale nume di Roma divina (“Divinae perenne / sentio numen adesse Romae”). Le immagini conclusive del duce che paternamente sorride (“rides paternus Dux”) e di Apollo folgorante sulla rocca latina compendiano l’ingenuità lirica di Mazza, che dal suo amore per Roma fu spinto evidentemente ad auspicarla e crederla davvero rinata.

b.s. 

METRO: strofe alcaica (due endecasillabi, un enneasillabo, un decasillabo).

Italia renata
L’Italia rinata
1
Vocem Camilli de Capitolio
2
clamantis altos ad patriae deos,
3
ne perditum culpa nepotum
4
Ausoniae iret honos vetustus;
La voce di Camillo che dal Campidoglio
invocava gli eccelsi dei della patria
affinché non andasse in rovina per colpa
dei discendenti l’antico onore d’Ausonia
5
neu militaris gloria sanguine
6
adepta pubis ludibrio foret
7
stulte neganti factioni
8
esse sacram patriam; labanti
e la gloria guerriera conquistata col sangue
dai giovani versato non fosse di ludibrio
alla fazione che stolta negava
sacra la patria, e alla vacillante
9
nostrae rei neu seditio daret
10
mortem; doleret neve diutius
11
ignotus in spreto sepulcro
12
pro patria cecidisse miles;
nazione nostra non desse morte
la sedizione, e non si dolesse troppo
a lungo il milite ignoto nel negletto sepolcro
d’esser caduto per la patria;
13
audivit aequus Iuppiter, et ducem
14
periclitanti navigio dedit
15
virtute maiorem Camillo,
16
indomitoque animo Catone.
la voce di Camillo udì Giove giusto ed un duce
dette alla nave in pericolo,
superiore in valore a Camillo
e nell’animo indomito a Catone.
17
Iussus gubernaclum occupat: horridus
18
pontus quiescit, diffugiunt nigrae
19
nubes ab aethra, splendidusque
20
sol super urbem oritur Quirini.
All'ordine, prende il timone: lo sconvolto
mare si placa, fuggono le nere
nubi dal cielo, radioso
nasce il sole sull’urbe di Quirino.
21
Frustra per Alpes haud, igitur, tuus
22
est, magna, fusus, progenies, cruor,
23
frustra tibi nec sanctus amnis,
24
qui potiore lyra canendus,
Non invano, dunque sulle Alpi il tuo
sangue è stato versato, eccelsa stirpe,
né invano per te il santo fiume
degno di canto miglior lira,
25
divina, Plavis, verba locutus est,
26
tu namque vincens fortiter, inscio
27
nostro novas regno indicasti
28
imperiique vias et artes.
il Piave, disse le parole divine;
ché tu, vittoriosa con coraggio, all’ignaro
nostro regno hai mostrato le nuove
vie, le nuove arti dell’impero.
29
En iura, prisci praesidium Lati,
30
redintegrata vi socia vigent:
31
vis pellit internos rebelles,
32
vi male, contremat, hostis audax.
Ecco, il diritto, presidio del Lazio antico,
integro ancora in forza dell’unione è in vigore;
la forza respinge gli interni ribelli,
della forza il nemico, audace e incauto, trema.
33
Iam saepe ruptus seditionibus,
34
artes alacres perge, labor, tuas;
35
da, terra, fruges, da, sonora,
36
divitias patriae, officina!
Spesso interrotto già da sedizioni,
continua le tue alacri arti, o lavoro;
produci messi, o terra, procura, sonora
officina, ricchezze alla patria!
37
Aerata pontum, prora recens, ini,
38
alae boantem findite et aëra,
39
et nuntiate auctae per orbem
40
Italiae decus atque vires!
Nuova prora di bronzo, solca il mare,
ali, squarciate l’aria rimbombante,
annunziate accresciute al mondo
le forze e l’onore d’Italia!
41
Minerva foedis libera vinculis
42
divina surgit lumina fulgurans,
43
ad astra laturum atque fingit
44
itala regna genus novellum.
Minerva, libera dai turpi vincoli,
si leva fulgida nei divini occhi
e plasma una rinnovata stirpe
che agli astri porterà l’italo regno.
45
Divine nostrae gentis, ave, o puer
46
Balilla, vincens tempora gloria,
47
qui das cohorti filiorum
48
saxaque fatidicumque nomen!
Ave, di nostra gente divino fanciullo
Balilla, che vinci con la gloria il tempo,
che dài alla coorte dei figli
i sassi e il fatidico nome!
49
Pubescit armis ecce cohors: avet
50
arma, arma! Dantur siqua Deus iubet:
51
en pugnat ardens, en ad alta
52
astra tonans: ἀλαλά! triumphat.
Ecco, si fa la coorte giovane in armi: brama
armi, armi! Gliele danno se lo comanda un dio:
ecco, combatte ardente, ecco, trionfa levando
fino agli alti astri, come un tuono, l’alalà.
53
Maiora vati, Musa, canenti ades!
54
Christus redivit pectora fortium
55
mulcere, cum sancta redivit
56
religione fides pudorque.
Musa, tu assisti il vate che canta cose sì alte!
Cristo è tornato a carezzare gli animi
dei valorosi, con la santa religione
son tornati Fede e Pudore.
57
In sede regnat romulea Petrus,
58
sceptroque Regis Vindicis annuit:
59
e Vaticano, e regis aula
60
usque triumphat et alma Roma.
Nella sede di Romolo regna Pietro
e annuisce allo scettro del Re Vindice:
dal Vaticano, dalla Reggia
è tutto un trionfo dell’alma Roma.
61
A restituto Fasce decennium
62
fastorum inivit vix iubar italûm,
63
unius et servata nostra
64
res ope fata manet serena.
Dal fascio risorto è appena un decennio
che inizia la corona degli itali fasti,
e la nazione nostra salvata dall’aiuto
di uno solo serena attende i fati.
65
Vere innovato non secus atque sol
66
fovet benignis arva teporibus,
67
somno excitat terram, rigentis
68
dissipat atque hiemis pruinas,
Come al ritorno della primavera il sole
riscalda i campi col buon tepore,
desta la terra dal sonno, la rigida
brina invernale dissipa,
69
donatus unus dux Iove ab optimo
70
lucem et calorem rebus in omnibus
71
infundit: illi fata cedunt,
72
incipit et novus ordo rerum.
così il solo duce donato dall’ottimo Giove
luce e calore in ogni cosa
infonde: gli cedono i fati
e comincia un’èra nuova.
73
Vidi loquentis pro patria Ducis,
74
paterni ut ignes, lumina, mallei
75
micantia, et vidi levando
76
uda alieno eadem dolore;
Io ho visto al duce che parlava per la patria
gli occhi come il fuoco del paterno maglio
luccicare, e glieli ho visti, nel sollevare
l'altrui dolore, umidi;
77
et iura sacris provida1 matribus,
78
aevoque onustis, ac pueritiae
79
vidi data, auctas atque proles,
80
et mala morba procul coacta;
e ho visto leggi provvide date alle sacre madri,
ai vecchi schiacciati dal tempo, all’infanzia,
e la prole accresciuta,
e gli insidiosi morbi allontanati;
81
nec plebis almum concinui patrem,
82
verum precatus sum: “Patriae, deus,
83
serva Ducem!” Audivit precantem,
84
nec semel, Omnipotens2 poëtam.
e non ho cantato l’almo padre del popolo,
ma ho pregato: “Dio, alla patria
serba il duce!”. L'Onnipotente ha dato
ascolto al poeta che non una volta sola ha pregato.
85
Favete linguis! Fit celebratio
86
bene imperantum septima Fascium:
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explent Viam turbae Sacram, atque
88
itala signa fremunt ad auras.
Tacete! È la celebrazione
settima dei fasci felicemente al potere:
la folla colma la Via Sacra
e al vento garrisce la bandiera d’Italia.
89
An prisca vivunt tempora consulum? An
90
victis triumphas Teutonibus, Mari,
91
Cimbrisque? Divinae perenne
92
sentio numen adesse Romae.
Viva è dunque l’antica età dei consoli?
Ancora trionfi, Mario, su sconfitti
Teutoni e Cimbri? Della divina
Roma sento presente il perenne nume.
93
Lustrante divo praetereunt duce
94
nigrae cohortes agmine triplice,
95
et, flore primaevo decorae,
96
carmina sacra canunt Iuventae.
Sfilano, mentre il divino duce le passa in rassegna,
le coorti nere in triplice schiera,
e, belle della fiorente prima età,
cantano l’inno sacro alla Giovinezza.
97
Ridet paternus Dux et euntibus,
98
ridet renatis viribus italis.
99
Conclamat urbs aeterna. Phoebus
100
fulgurat arce super latina.
Paternamente sorride il duce a quei che sfilano,
sorride, ché son rinate le itale forze.
Applaude coralmente la città eterna. Apollo
folgora al di sopra della rocca latina.
Critical Notes
  • 1) provida : originally provvida, corrected by LLT-editors (Brepols).
  • 2) Omnipotens : originally Onnipotens, corrected by LLT-editors (Brepols).