Ex Mussolini scriptis excerpta - 1937

INTRODUCTION

The following text is taken from Arturo Bini, L’uso vivo della lingua latina (Florence: Vallecchi Editore, 1940 = B), a revised edition of the text found in Enrico Levi and Arturo Bini, Il latino come lingua viva: ad uso delle scuole medie di ogni gado (Florence: Vallecchi Editore, 1937 = F). In both editions, the text was part of a collection of speeches and quotes by Mussolini, translated into Latin under the title of Mussoliniana. Most, if not all, of the translations were made by Giovanni Napoleone.

EX MUSSOLINI SCRIPTIS EXCERPTA
SPIGOLATURE MUSSOLINIANE
1
Divinum adulescentia donum; quae tamen seniorum prudentia ab insanis dissipationibus ambiguisque praecocis maturitatis instigationibus prohibeatur necesse est.
La giovinezza è un dono, che però la maturità consapevole degli anziani deve salvaguardare dalle insensate dissipazioni e dalle malcerte precocità.
2
A luctatione omnia; vita enim contentionum tota est plena.
La lotta è l’origine di tutte le cose perché la vita è tutta piena di contrasti.
3
In hominum memoria populus non vivet nisi identidem sibi splendidos gloriae dies fulgere videbit.
Il popolo non rimane vivo nella Storia del mondo se, di quando in quando, non vede spuntare ai suoi orizzonti le luminose giornate della Gloria.
4
Haud incassum hanc vitae meae elegi sententiam: «Periculose vivito», vobisque vetus pugnator dico: «Si progrediar, me sequimini; si recedam, necatote; si interficiar, ulciscimini».
Io non per nulla ho prescelto a motto della mia vita: «Vivi pericolosamente», ed a voi dico, come vecchio combattitore: «Se avanzo, seguitemi; se indietreggio, uccidetemi; se muoio, vendicatemi».
5
Imperium, cui Fascium signum, non legibus multisque provide constituendis dumtaxat, sed et mentibus excolendis vitaeque animorum fovendae operam dat.
Il Fascismo non è soltanto datore di leggi e fondatore d’istituti, ma educatore e promotore di vita spirituale.
6
Commemorare hoc significat: animorum inire communionem, quae mortuos cum vivis, aetates praeteritas cum futuris, asperum hesterni diei dolorem cum crastini munere asperiore quidem iungit.
Commemorare significa entrare in quella comunione di spiriti che lega i morti ai vivi, le generazioni che furono a quelle che saranno, il dolore aspro di ieri al dovere ancora piú aspro di domani.
7
Arma tantum victoriae non sufficiunt, nisi homines tenaciter et desperanter eam consequi volunt.
Le armi sole non bastano a dare la vittoria, se gli uomini non la vogliono tenacemente e disperatamente conseguire.
8
Iuvenum vires et studia, usus sapientiā temperata, ad Italorum animos nova necessariaque virtute formandos destinata sunt.
La forza e la passione dei giovani, contemperata dalla saggezza delle lunghe esperienze vissute, è destinata a formare la tempra nuova e necessaria dell’anima italiana.
9
Italiam, licet variorum cultuum compensatione, quidquid sibi opus est ferre et exportare quoque posse censeo.
Io credo che l’Italia sia in grado, sia pure attraverso la compensazione delle diverse culture, di produrre tutto ciò che le è necessario e di avere anche la possibilità di esportare.
10
Sanctis iisdem sensibus ac matres vestrae, amanda patria, communis omnium nostrum parens.
Come amate vostra madre, dovete, con la stessa purezza di sentimento, amare la madre comune: la Patria nostra.
11
Quod Itali sumus, magnos gerimus spiritus, atque etiam in Siberia contenta voce clamaremus; Itali sumus.
Noi siamo orgogliosi di essere Italiani, noi intendiamo, anche andando in Siberia, di gridare ad alta voce: siamo Italiani!
12
Ex Fascium disciplina populus est respublica, respublica populus.
Nel concetto fascista il popolo è Stato e lo Stato è popolo.
13
Si constans disciplina fuerit, si integra animorum studia, Italiae magnitudo magis magisque augebitur.
Se la disciplina sarà ferma, se la passione sarà pura, l’Italia sarà sempre piú grande.
14
Victoria commemorationis annuae causa non debet esse ut trecentis sexaginta quattuor diebus somno indulgeatur.
La vittoria non deve essere il pretesto per una commemorazione annuale, per avere poi l’indulgenza di dormirci su gli altri 364 giorni!
15
Roma, quo assidue cogitationem conferimus, non tantum Italiae renovatae cor vivum et palpitans, sed etiam mirum universitatis gentium latinarum caput esse debet.
La Roma che noi sognamo non deve essere soltanto il centro vivo e pulsante della rinnovata Nazione Italiana, ma anche la Capitale meravigliosa di tutto il mondo latino.
16
Cum de Italiae Romaeque fatis cogito, cum omnes nostrae gentis res recolens lustro, inducor ut videam in iis, quae in praesenti fiunt, Providentiae manum quae errare nequit, certissimumque divini numinis signum.
Quando io penso al destino dell’Italia, quando io penso al destino di Roma, quando io penso a tutte le nostre vicende storiche, io sono ricondotto a vedere, in tutto questo svolgersi di eventi, la mano infallibile della Provvidenza, il segno infallibile della Divinità.
17
Omnes fines patriae aeque et coloniarum sacri sunt; custodiendi igitur defendendique a quibusvis minis, etiam si tantummodo cogitari possint.
Tutte le frontiere, e le metropolitane e le coloniali, sono indistintamente sacre, devono essere vigilate e difese contro qualsiasi, anche soltanto potenziale, minaccia.
18
Nemo unus est, nisi in republica et reipublicae necessitatibus obnoxius.
L’individuo non esiste, se non in quanto è nello Stato e subordinato alle necessità dello Stato.
19
Salve, Dea Roma; salve tuis filiis, qui pro tua potentia et gloria pati et mori fuerunt et sunt et erunt parati.
Salve, Dea Roma! Salve per quei che furono, sono e saranno i tuoi figli pronti a soffrire e a morire per la tua potenza e per la tua gloria!
20
Patria, quae continenter est in summis cogitationibus nostris, est patria ubi omnes cives variis occupationibus dediti sunt, ubi parasitis amplius non est locus.
La Patria che noi sogniamo, è la Patria dove tutti lavorano e dove parassiti non esistono piú.
21
Nobilis vere est qui operatur ; nobilis qui fructus ex sua opera studiove edit, qui lapidem licet exiguum fert patriae amplificandae.
Nobile è veramente colui che lavora, nobile è veramente colui che produce, colui che porta il suo sasso, sia pure modesto, all’edificio della Patria.
22
Gens itala maximam partem rusticis rebus operam dant; ex quadragies centenis milibus, tricies et quingenta militum milia rustici erant.
Il popolo italiano è prevalentemente rurale: su quattro milioni di combattenti, certamente tre e mezzo erano rurali.
23
Fascium disciplina sanctitudini praesignique virtuti, facinoribus videlicet praeclaris, ubi nullum sive remotum sive proximum commodum operatur, adhuc credit semperque credet.
Il Fascismo crede ancora e sempre nella santità e nell’eroismo, cioè in atti nei quali nessun motivo economico – lontano o vicino – agisce.
24
Fatum est ut Roma toti Europae ad occasum versae iterum cultus atque humanitatis fiat magistra.
È destino che Roma torni ad essere la città direttrice della civiltà in tutto l’Occidente d’Europa.
25
Roma universis gentibus cultus atque humanitatis dat signum; vias enim aperit, fines constituit, sui iuris aeterni leges dat terrarum orbi.
Roma dà il segnale della civiltà universale; Roma che traccia strade, segna confini e che dà al mondo le leggi eterne dell’immutabile suo diritto.
26
Cum de nostris finibus et de vita nostrorum militum tutandis agitur, quidquid oneris vel gravissimi suscipere parati sumus.
Quando si tratta della sicurezza dei nostri territori e della vita dei nostri soldati, noi siamo pronti ad assumerci tutte, anche le supreme, responsabilità.
27
Populo non satis prodest si domi tranquillo ordine fruatur; necesse vero est instructae copiae ipsius paci et tranquillitati caveant.
Non basta che il popolo sia ordinato e tranquillo all’interno, è necessario che le forze armate gli garantiscano la sua pace e la sua sicurezza.
28
Qui rerum civilium conversione cecidere nos primi agminis instar in pugnis hesternis praecesserunt; praecedent nimirum iidem in crastinis fortasse asperioribus, sed nobis victoriam usque daturis.
I Caduti per la Rivoluzione ci hanno preceduto come avanguardia gloriosa nelle battaglie di ieri. Essi ci precederanno nelle battaglie di domani, forse piú dure ma vittoriose sempre.
29
Pars, cui a Fascibus nomen inditum, quod ad universi humani generis progressionem atque incrementum futurum spectat, ut praesentem civilium rerum rationem omittam, pacem perpetuam neque esse neque prodesse credit!
Il Fascismo, per quanto riguarda, in generale, l’avvenire e lo sviluppo dell’umanità, e a parte ogni considerazione di politica attuale, non crede alla possibilità né all’utilità della pace perpetua.
30
Vae titubantibus, vae morantibus, vae pusillis animis, vae praesertim immemoribus.
Guai ai dubbiosi, guai ai ritardatari, guai ai pusillanimi, e guai, sopratutto, agli immemori.
JOANNES NAPOLEONE